La rivoluzione nella comunicazione: dalle pareti delle caverne alla realtà assistita

“You can’t solve a problem on the same level that it was created. You have to rise above it to the next level.”

– Albert Einstein

“Non si può risolvere un problema allo stesso livello in cui è stato creato. Bisogna elevarsi al di sopra di esso, al livello successivo”.

– Albert Einstein

L’umanità, sin dalla sua nascita, ha creato metodi per comunicare in modo efficace e ad ampio raggio.

In principio, si realizzavano disegni sulle pareti di una caverna o su tavolette di pietra.

A prescindere dall’evoluzione tecnologica, le forme di comunicazione antiche e moderne hanno un elemento in comune: la capacità di trasmettere informazioni ad altri senza essere fisicamente presenti nello stesso luogo quando sono realizzate.

Lettere scritte a mano o a macchina, telegrafi, codici morse, telefoni, cercapersone e fax: tutte le forme di comunicazione, a un certo punto, hanno rappresentato il modo migliore per inviare rapidamente informazioni vitali a qualcun altro.

Oggi, che siate esperti nel vostro campo o professionisti in prima linea, avete la possibilità di accedere a soluzioni digitali che vi permettono di vedere, ascoltare e interagire con le persone come se fossero nella stessa stanza, anche a distanze di migliaia di chilometri.

Ma come si è arrivati a tutto questo? Facciamo un rapido excursus sull’evoluzione della comunicazione negli ultimi due secoli fino al momento attuale.

Dal Pony Express al telefono

Nel 1862, il Pony Express riuscì a spedire una lettera da New York alla California in soli 10 giorni anziché in diverse settimane, diventando sinonimo di “comunicazione rapida”.

Ovviamente, in 10 giorni possono accadere molte cose. Le informazioni importanti scritte in una lettera potevano diventare obsolete.

Di conseguenza, l’umanità si sforzò di trovare una soluzione ancora più veloce.

Pochi anni dopo, il fiorentino Antonio Meucci inventò il “telettrofono” (cioè “telefono elettrico”), antesignano del telefono, quasi contemporaneamente allo scozzese Alexander Graham Bell, che, il 7 marzo 1876, chiamò il suo assistente Thomas Watson per la prima riunione di lavoro telefonica della storia. Meucci, però, aveva depositato il suo brevetto l’8 dicembre del 1871 e ci lavorava sin dal 1834.

(Fonte immagine: realwear.com)

I confini delle conquiste umane e del modo di comunicare cambiarono per sempre.

Una curiosità: la paternità dell’invenzione, dapprima attribuita a Bell con una sentenza storica del 19 luglio 1887, fu poi riconosciuta definitivamente a Meucci con una sentenza del Congresso degli Stati Uniti dell’11 giugno 2002.

Meucci, per soli 10 dollari, quanto costava il rinnovo annuale, perse la paternità del brevetto, che durò sino al 1873 (il rinnovo definitivo – 200 dollari – era una cifra esosa per Meucci). Così Bell, anche se il prototipo che aveva presentato non funzionava, si aggiudicò il brevetto dell’invenzione nel 1876.

L’etimologia della parola telefono, inoltre, è abbastanza esplicita: dal greco antico: τηλε- tēle-, «lontano» e φωνή, phōnḗ, «voce».

Dal telefono alla realtà assistita

Questa “comunicazione istantanea udibile” che dava la possibilità di ascoltare una persona fisicamente lontana nella stessa stanza e in tempo reale è evidentemente il vero antenato di ogni forma di comunicazione digitale.

Dopo il telefono, il cinema, la televisione, i telefoni cellulari e Internet hanno facilitato nuovi modi di comunicare, alcuni più veloci, altri più ricchi di contenuti, ma tutti con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile alla presenza fisica.

Le nuove tecnologie hanno sempre avuto un’accelerata nei contesti professionali. Sono infatti le aziende ad avere spesso l’esigenza di aumentare efficienza e produttività e a cercare modi di velocizzare le varie operazioni.

Solo pochi decenni fa, i professionisti che lavoravano sul campo (ad esempio i cantieri) si basavano principalmente sulla comunicazione faccia a faccia, sulla vicinanza fisica e sul trasporto di pesanti documenti cartacei.

La comunicazione in prima linea si è evoluta dall’uso di radio portatili a due vie (walkie – talkie) e push-to-talk, fino all’introduzione dei costosi telefoni cellulari nei cantieri.

Ora siamo nel 2023 e i lavoratori in prima linea possono comunicare tramite la piattaforma di comunicazione unificata della propria azienda (come Zoom, Webex e Microsoft Teams) per effettuare chiamate, annotare documenti con comandi vocali semplici, inviare istantaneamente foto e video del cantiere all’ufficio, accedere a istruzioni digitali passo-passo e molto altro ancora.

Tutto ciò che solitamente viene fatto in ufficio può essere realizzato in un laboratorio farmaceutico, in una fabbrica, durante la riparazione di un’auto o in cima a una turbina eolica.

Il lavoro sul campo, grazie ai dispositivi indossabili di realtà assistita è reso più semplice ed efficiente.

Leggi la storia completa della Realtà Assistita

Cos’è la realtà assistita (AR)?

La realtà assistita si inserisce nel più ampio concetto di “realtà estesa” (XR- Extended Reality). Un termine generale per indicare una tecnologia potenzialmente immersiva che aggiunge contenuti digitali a quanto percepito già coi nostri sensi (udito e vista soprattutto).

Le tecnologie afferenti alla realtà estesa offrono ognuna un diverso livello di immersione nei contenuti digitali e una peculiarità d’applicazione.

(Fonte immagine: realwear.com)

Lo spettro XR, elaborato da RealWear, presenta diversi livelli di “immersione” e sovrapposizione di elementi digitali alla realtà reale, per comprendere esattamente dove si colloca la realtà assistita.

Leggi le Previsioni di crescita

REALWEAR NAVIGATOR 500

È realizzato per produttività e progettato per la sicurezza.

Caratteristiche tecniche

È un wearable device di ultima generazione sia a livello hardware e software (processore Qualcomm Snapdragon 662, 4gb/64gb, Android 11), con una fotocamera da 48MP – registra a 1920*1080, 60 FPS – removibile.

Con Realwear Navigator 500 avrai la possibilità di operare in ambienti estremamente rumorosi (fino a 94dB), in tutta comodità.

RealWear possiede una certificazione IP66 per polveri e liquidi ed ha una resistenza alla caduta fino a 2 metri.

È provvisto di:

  • Fotocamera: 48 MP, video 1080p 60fps
  • Tipo di visualizzazione: LCD
  • Risoluzione: 854×480 pixel
  • FOV: 20 gradi
  • Memoria: 64GB
  • RAM: 4GB
  • Cancellazione del rumore: 100 dB
  • Peso: 270 grammi

Perché la Realtà Assistita è il futuro della prima linea?

A differenza degli altri dispositivi XR indossabili – ad esempio la realtà virtuale offre un’immersione totale in un ambiente digitale per scopi ludici –  la Realtà Assistita di RealWear Navigator 500 vi tiene saldamente ancorati al vostro ambiente fisico.

Ciò significa che potete concentrarvi completamente e con la massima sicurezza sul compito che state svolgendo e avere le mani libere per completare il lavoro.

La realtà assistita fornisce contenuti digitali senza ostruire la vostra vista (come nel caso di un cruscotto di un veicolo), rendendola una soluzione estremamente sicura e affidabile per la collaborazione a distanza in tutti i settori.

Prova adesso le potenzialità e funzionalità della realtà assistita per il tuo lavoro.

Fonti:

  • https://www.focus.it/cultura/storia/piange-il-telefono
  • https://www.realwear.com/blog/a-history-of-communications/


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